massimo greco

 

 

 

Il centro-destra ennese verso il partito unitario 

Fin troppe competizioni elettorali hanno confermato un dato: la capacità della classe dirigente di un partito si misura solo in occasione della ricerca del consenso attraverso il voto di preferenza. Ogni qual volta si è in presenza di competizioni elettorali più politiche (Parlamento Europeo e Parlamento Nazionale) in cui il consenso dell’elettore è legato per lo più alla comunicazione politica dei leaders dei partiti politici nazionali, il consenso del centro-destra ennese cresce a tal punto di battere anche il centro-sinistra. Viceversa, tutte le volte in cui il consenso va ricercato dalla classe dirigente locale, il centro-destra perde puntualmente e non di poco. Questo significa che il centro-destra vive di rendita quando scendono in campo i leaders nazionali (Berlusconi, Fini e Casini) e “arranca” ogni qual volta la competizione diventa locale (regionale, provinciale e comunale). Sulle motivazioni potremmo discutere tanto a partire dal dato incontrovertibile che il voto politico è un voto più libero e quello amministrativo è un voto più clientelare. E sulla clientela politica la coalizione di centro-sinistra in provincia di Enna regna sovrana. Tuttavia quello che mi preme qui evidenziare è l’aspetto caratteriale della classe dirigente del centro destra, elemento, quest’ultimo, non secondario per analizzare nel complesso il fenomeno delle costanti sconfitte incassate dal centro-destra ennese. La litigiosità, l’invidia reciproca, l’arroganza, l’incoerenza e la mancanza di umiltà sono solo alcune caratteristiche che accomunano i dirigenti del centro-destra. Certo chi vive o ha vissuto la vita dei partiti non resta meravigliato di tutto ciò, ma quello che non prevale certamente nel centro-sinistra è il fenomeno dei Kamikaze, cioè quella pratica che mira al suicidio quale mezzo di punizione. In pratica nel centro-destra ennese è di moda il disimpegno o, meglio ancora, il voto trasversale al centro-sinistra, pur di non permettere ai vari candidati alleati di vincere le elezioni. Risultato: è meglio avere un’Istituzione governata da uomini del centro-sinistra che averne una governata da quegli antipatici, arroganti ed insopportabili uomini del centro-destra. Ecco spiegato il perché la provincia di Enna (ad eccezione delle Aziende Sanitarie che per fortuna sono espressione diretta del Governo regionale) è totalmente controllata e gestita dal centro-sinistra ed ecco perché viene definita la provincia più “rossa” della Sicilia. A questo punto non è facile trovare una soluzione mantenendo ferme queste caratteristiche, che sfociano puntualmente in veti incrociati ed in lacerazioni interne agli stessi partiti. Per il centro-destra ennese necessita una terapia d’urto, qualcosa di nuovo e stimolante, un modo per “rimescolare le carte” promuovendo un nuovo modello per interpretare l’alternativa politica, superando i confini angusti e ipocondriaci dei partiti tradizionali e mirando a forme innovative di aggregazione politica. Se tutto ciò somiglia al cosiddetto partito unitario non saprei, dico soltanto che così non può più andare.

 
Enna  5/6/2006  Massimo Greco
 

 

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