massimo greco

 

 

 

 

Una Kore a prova d’infarto

 

L’inaugurazione dell’anno accademico 2006/2007 ha rappresentato il battesimo per la neonata Università Kore di Enna. Ai festeggiamenti sono stati invitati tutti, compresi coloro che non ci hanno mai creduto, coloro che stentavano a crederci, coloro che speravano in un fallimento, coloro che ne hanno fatto strumento di politica elettorale, coloro che ne hanno fatto un occasione professionale, coloro che ne hanno fatto un occasione occupazionale e coloro che ne hanno fatto un fatto personale. C’erano i Rettori dei tre atenei siciliani e delle Università del bacino mediterraneo, così come c’erano i primi docenti “targati” Kore, tra ordinari, associati e ricercatori. C’erano pure i laureati ed i laureandi, i laureati del vecchio ed i laureati del nuovo ordinamento, i laureati con “le bollicine” ed i laureati dei corsi di laurea decentrati. C’era la rappresentanza della società politica ma anche di quella civile, della curia vescovile, delle forze sociali, delle associazioni di categoria, delle forze di polizia, del terzo settore, del mondo scolastico e della cultura in genere. C’era il mondo dell’informazione, la stampa, la televisione, la radio, ma c’era anche la rappresentanza del disagio sociale, della disoccupazione, del familismo amorale, dell’invidia, dell’ignoranza, del “tanto peggio tanto meglio”, dell’apatia e dell’ignavia. Ma c’era pure chi, durante il canto dell’inno nazionale, si preoccupava d’immaginare una università dai poteri sovrannaturali, in grado di reggere tutti gli sforzi che una società al cardiopalma come quella ennese le impone. Una Kore in grado di dare risposte al territorio dell’entroterra siciliano, in grado di interpretare le trasformazioni sociali e di tracciarne gli orizzonti, in grado di guidare il cambiamento e di consegnare ai posteri una società diversa, in grado di offrire gli strumenti per accendere i motori dello sviluppo economico, in grado di contaminare i processi sociali attraverso la diffusione dei saperi, in grado di psicoanalizzare la nostra debole società e di aiutarla a ri-trovare un’identità. E’forse questa la vera la mission di Kore, destinata a diventare grande prematuramente, stravolgendo i tradizionali obiettivi del sistema universitario, ancorati solamente alla formazione specialistica dell’individuo, e ad assumersi responsabilità più ambiziose, più articolate, più complesse e più mature, riferite sempre più agli effetti collaterali dell’azione universitaria che ai compiti istituzionali prescritti dal proprio Statuto. Ci si aspetta effetti benefici sul territorio di tutta la provincia, risvegli non solo culturali ma anche sociali ed economici. Ci si aspetta una decisa riduzione dell’emigrazione giovanile ed un concreto incremento demografico. Ci si aspetta una spinta alla generazione di modelli autogovernativi e di partecipazione alla vita pubblica. Riuscirà la Kore ad intercettare i sentimenti, le aspirazioni e le speranze della società ennese senza rischiare l’implosione da stress?

                                                                                                                                                             Massimo Greco

 

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