massimo greco

 

 

 

 

Il Ministro Amato conferma la soppressione della Prefettura di Enna 

“Mentre a Roma si discute sul da farsi, Sagunto viene espugnata”. In questo caso Sagunto è proprio Enna e la sua Prefettura. Con l’entrata in vigore della Finanziaria per l’anno 2007, infatti, il Ministro dell’Interno proporrà al Governo gli ambiti territoriali determinati per l’esercizio delle funzioni di competenza degli uffici periferici dell’Amministrazione dell’Interno, tenendo conto dei seguenti criteri: a) semplificazione delle procedure amministrative e riduzione dei tempi dei procedimenti e contenimento dei relativi costi; b) realizzazione di economie di scala, evitando duplicazioni funzionali; c) ottimale impiego delle risorse; d) determinazione della dimensione territoriale, correlata alle attività economiche, ai servizi essenziali alla vita sociale, alla tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica, alle realtà etnico-lingiustiche; e) ponderazione dei precedenti citeri, con riguardo alle specificità dell’ambito territoriale di riferimento e alla esigenza di garantire principalmente la prossimità dei servizi al cittadino. Che la volontà di sopprimere la Prefettura di Enna era già nell’aria lo si sapeva da mesi, ma la conferma è arrivata dallo stesso Ministro dell’Interno Giuliano Amato in occasione della recentissima inaugurazione dell’anno accademico della scuola superiore dell’Amministrazione dell’Interno. In tale contesto, il Ministro non ha usato eufemismi per evidenziare la sproporzione tra lo status di Prefetto ed una dimensione provinciale deficitaria di popolazione. A nulla sono servite “le parate” consumate al Consiglio Provinciale di Enna, così come a ben poco è servita la soppressione, ad opera dei Parlamentari siciliani, del parametro demografico dei 200 mila abitanti, precedentemente proposto dal Governo Prodi. “Il dado è tratto” e la decisione è stata già presa. Abituiamoci a pensare ad un unico Prefetto di un unico ambito territoriale ottimale comprendente i comuni dell’ennese e del nisseno. Non possiamo non evidenziare tuttavia le contraddizioni del Governo Prodi, che da una parte rafforza la funzione istituzionale del Prefetto quale autorità regolatrice ed equilibratrice di ultima istanza e dall’altra ne prevede “l’innacquamento istituzionale” attraverso la nuova e magica formula dell’ambito territoriale ottimale che tanto bene sta facendo per la gestione dei servizi idrici ed ambientali. In un quadro istituzionale ancora in movimento fra scenari di federalismo, più o meno spinto, e nuove ipotesi di regionalismo, fondate sulle possibilità di autonomia disegnate dal nuovo testo dell’art. 116, comma 3, Cost. e dall’emanando Codice delle Autonomie Locali, appare insopprimibile l’esistenza di un’autorità che eserciti funzioni di regolazione giusta e saggia dei processi e delle relazioni e svolga, contestualmente, compiti di mantenimento dell’equilibrio del sistema. Inoltre, in un contesto sociale, istituzionale e culturale come quello siciliano, cresce altresì l’esigenza di promuovere “una rete delle reti di rapporti, di cuciture e ricuciture istituzionali, di soggetti che in posizione di terzietà siano abilitati e legittimati a mediare e a fare sintesi dei vari interessi presenti che rischierebbero alla fine di essere compressi da un confuso policentrismo di poteri, troppo annodato e condizionato da un’impropria visione del particolare, sovente cieca o poco aperta al bene pubblico generale”. A titolo esemplificativo gioverebbe porre al Ministro Amato il seguente quesito: in assenza di un’autorità terza, qual è il Prefetto, chi potrebbe essere abilitato a dirimere o/e tentare di conciliare l’attuale conflittualità tra un Ente periferico della Regione, qual è la Soprintendenza ai BB.CC.AA, ed un Ente locale, qual è la Provincia regionale, in ordine alla fattibilità delle opere di adeguamento del circuito automobilistico di Pergusa?

 

                                                                                                                                                                            Massimo Greco

 

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