massimo greco

 

    

 

 

Attenti a quei due!! 

Il fattore burocratico rappresenta scientificamente un costo per l’impresa e spesso un disagio per il cittadino. La letteratura sull’argomento è vasta e la Confindustria non perde occasioni per evidenziarlo puntualmente. E’ vero, il privato decide più rapidamente, ma ai privati non si chiede la trasparenza del pubblico, l’adozione dell’evidenza pubblica, l’applicazione del principio del contradditorio e la procedimentalizzazione delle attività. La lentezza  fisiologica del pubblico, tuttavia non deve essere confusa con l’inefficienza burocratica. C’è anche chi – come sostiene Giuliano Amato – nasconde dietro alle ragioni della trasparenza e della legalità, una lentezza irresponsabile. Ma c’è anche chi rappresenta per la burocrazia un vero e proprio “vantaggio competitivo”. E’ il caso che si è verificato in occasione dell’iter progettuale promosso dalla Regione Siciliana per il restauro della Villa Romana del Casale di Piazza Armerina. L’incontro fecondo di due risorse umane dell’Amministrazione regionale ha generato la cementazione di un percorso amministrativo in grado di respingere tutti gli attacchi più o meno manifesti che hanno tentato di boicottare l’obiettivo prefissato durante tutta la fase procedimentale. I due volti della sana burocrazia sono Vittorio Sgarbi, nominato dalla Regione “Alto Commissario” per il coordinamento progettuale della Villa e l’Architetto Rosa Oliva Direttore della Sezione Monumentale della Soprintendenza BB.CC.AA. di Enna con funzioni di Responsabile Unico del Procedimento dei progettati lavori. Vittorio Sgarbi, che ovviamente non necessita di presentazione, ha fatto valere la sua forte personalità quale uomo d’immagine e di cultura, impegnato a raggiungere l’obiettivo assegnatogli dalla Regione. L’Arch. Oliva, convinta sostenitrice della valenza monumentale del bene dell’umanità, non ha perso l’occasione per dimostrare come si possano raggiungere le finalità pubbliche fissate dal legislatore anche in presenza di contesti amministrativi inesplorati e complessi come quello della Villa del Casale. La miscelazione di tali elementi, l’uno di “sfondamento” per governare i processi comunicativi nel mondo culturale e nell’opinione pubblica, l’altro di “certezza burocratica” per assicurare un corretto cammino tecnico ed amministrativo delle scelte fatte, ha prodotto nei giorni scorsi un risultato straordinario portando in appalto, entro i termini previsti dai regolamenti comunitari, il progetto di restauro e valorizzazione della Villa che, come si ricorderà, è uno degli obiettivi strategici individuati nel “Progetto per Enna”.       

 

                                                                                                                                                                                             Libero

                                                                                             

                                                                                                                                                                                        

5/1/2007  
 

 

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