massimo greco

 

 
 

 

Stop ai carrozzoni 

In tempi di vacche grasse la politica poteva permettersi di creare strutture (meglio conosciute sotto il nome di carrozzoni) in cui poter fare quello che non sempre era concesso alla Pubblica Amministrazione: affidamenti diretti di servizi pubblici senza preventive procedura ad evidenza pubblica, reclutamento di personale senza procedure concorsuali ecc.. In più venivano creati consigli di amministrazione con lo scopo, non tanto nascosto, di premiare dirigenti di partito affiliati alla maggioranza politica uscita vittoriosa dalle competizioni elettorali. L’avvento della “siccità finanziaria”, seguita alle note vicende di tangentopoli, ha indotto i governanti non solo a rivedere la spesa pubblica ma anche a ridurre progressivamente i costi stessi della politica. Quindi riduzione delle indennità, imposizioni di tetti ai gettoni di presenza, riduzione del numero degli Amministratori nei vari enti pubblici ecc…. Tuttavia, un attacco più silenzioso ma più efficace ai costi della politica è arrivato indirettamente dalla giurisprudenza della Cassazione, che propende per l’assoggettamento degli enti pubblici economici e delle società a partecipazione mista pubblico-privata alla giurisdizione della Corte dei conti. Alla luce della evoluzione dell’ordinamento della pubblica amministrazione iniziata a partire dagli anni ’90 attraverso il processo di privatizzazione e di aziendalizzazione della stessa, ai fini della incardinazione della giurisdizione della Corte dei conti assume infatti rilievo non tanto la qualificazione pubblica del soggetto convenuto in giudizio, quanto la qualificazione oggettivamente pubblica delle risorse finanziarie gestite dal soggetto, in relazione alle quali si configura il danno patrimoniale di cui alla pretesa risarcitoria azionata con l’azione di responsabilità amministrativa esercitata dal Procuratore regionale. Il nuovo orientamento giurisprudenziale va segnalato per l’evidente carattere di novità e, in modo particolare, perché indica una soluzione diretta a favorire una maggiore responsabilizzazione di coloro che utilizzano fondi pubblici pur non rivestendo alcuna carica pubblica. Questa indicazione appare più che mai opportuna in una clima, come quello ennese, dove è necessario eliminare gli sprechi e le inefficienze che tanta responsabilità hanno avuto nella creazione di un debito pubblico locale che si pone come un vero macigno che rallenta, anche gravemente, lo sviluppo della provincia.

                                                                                                                                                                                  

 
Enna  22/8/2006

 Massimo Greco