massimo greco

 

 

 

 

….e la chiamano la provincia “babba”

 

In soli dodici mesi la provincia di Enna è riuscita a smentire uno stereotipo tutto siciliano che storicamente l’ha collocata nella categoria dei “babbi”. 106 piccoli imprenditori edili rinviati a giudizio nei giorni scorsi a seguito dell’operazione “cemento armato”. 121 tra tecnici ed imprenditori agricoli denunciati la scorsa settimana per truffa all’Unione Europea nell’operazione “mandorle amare”. Più di 80 denunciati lo scorso mese di febbraio per spaccio di cocaina nell’operazione “clapton”. Soli pochi mesi fa 10 persone sono state arrestate per usura nell’operazione “check e cash”. Qualcosa non funziona! O si è svegliata la dormigliona provincia siciliana, o qualcuno nel tempo ha usato qualche aggettivo di troppo. Certo, l’indicatore di stampo prevalentemente penalistico non è il più rappresentativo per valutare il dinamismo di una comunità, ma del resto anche l’aggettivazione attribuita nel corso degli anni è apparsa troppo parziale ed impregnata di uno strano pregiudizio. E’ vero o non è vero che l’aggettivo è derivato dal fatto che Enna è stata considerata una zona franca, quasi una Svizzera siciliana in cui non era il caso di svegliare il cane che stava dormendo? E adesso il cane si è svegliato o è solo uno sbadiglio? La verità è che la provincia di Enna, come le altre, sta vivendo il suo tempo, con le sue contraddizioni, le sue difficoltà, le sue paure e le sue speranze. In tale contesto si stanno registrando anche comportamenti in cui la creatività, evidentemente, non sempre fa rima con la legalità, ma da qui a parlare di “babbi” e/o di risvegli ne corre. Enna è una piccola provincia d’Europa, ma non del Mozambico, è una provincia che non ha avuto la fortuna dello sbocco a mare, ma non per questo si è trasformata in una comunità terapeutica, è una provincia con pochi abitanti, ma non ne ha fatto motivo d’inferiorità, è una provincia che non ha mai respirato l’aristocrazia palermitana o lo spirito mercantile catanese, ma ha goduto dell’aria ossigenata dei propri paesaggi, è una provincia che non può annoverare tra i propri figli Pirandello e Sciascia, ma ha dato i natali a Napoleone Colaianni, Savarese e Neglia, è una provincia priva di Policlinici, ma ha saputo dotarsi di un Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico come l’Oasi di Troina, è una provincia in cui l’Università Statale non poteva trovare dimora, ma è riuscita a crearne una Libera come Kore, è una provincia in cui i romani non hanno costruito il Colosseo, ma possiede una delle più belle ville imperiali del mondo a Piazza Armerina, è una provincia in cui non vale la pena spendere troppe risorse pubbliche per spazi ricreativi, ma sta dimostrando di farne a meno attraverso l’investimento privato sul parco tematico di Regalbuto. Non saranno certo i fatti di cronaca giudiziaria a cambiare le sorti di una provincia, anche perché a noi basta continuare a credere in ciò che sosteneva Paolo Vetri: “L’Enna, culla di Cerere e di Proserpina, punto donde si parte la prima scintilla della civiltà”.

 

                                                                                                                                                                             Massimo Greco  

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