massimo greco

 

 

 

 

La Commissione Edilizia è soppressa, anzi no! 

La condivisione delle logiche europee ha imposto agli Stati membri di rivedere l’uso delle politiche pubbliche, di mettere in soffitta i vecchi armamentari degli aiuti alle imprese, le partecipazioni statali e regionali e di ridurre progressivamente l’uso di imprese pubbliche. Ma ciò non significa che di intervento pubblico non ci sia più bisogno. Si tratta semmai di un intervento pubblico diverso, finalizzato a promuovere sistemi di accoglienza all’impresa e fra questi, certamente quello di attivare azioni di contesto atte a ridurre i “costi di transazione di chi produce” e ad eliminare le esternalità negative dei processi produttivi. Aumentare i costi di transazione in una realtà percepita in partenza come difficile, e particolarmente complessa come quella della provincia di Enna, determina infatti una vera repulsione da parte delle imprese. Il fattore burocratico, nonostante i tentativi del legislatore volti a snellire i procedimenti amministrativi, continua a pesare negativamente sull’operato delle imprese e, di conseguenza, sul sistema economico locale. Il caso della Commissione Igienico Edilizia è sintomatico. I Comuni di Regalbuto e di Enna decidono, in coerenza con la previsione legislativa prevista dall’art. 49 della legge 449/97 ed al fine di conseguire risparmi di spesa e recuperi di efficienza nei tempi dei procedimenti amministrativi (non capita spesso…!) di sopprimere le rispettive commissioni edilizie, ma vengono stoppate dall’altro potere burocratico, quello regionale, che interpretando le norme vigenti in modo restrittivo, respinge le proposte deliberate dai rispettivi consigli comunali nel modificare i propri regolamenti edilizi, ritenendo non applicabile la norma statale nella Regione Siciliana. Senza volere entrare nel merito della diatriba giuridica, per la quale appare comunque strano che una norma finanziaria, dettata a causa delle pressanti esigenze di controllo della spesa pubblica, non abbia rilevanza sovraregionale trovando immediata applicazione anche negli enti locali della Regione Siciliana, si vuole evidenziare come  i soliti “colletti bianchi”, attori protagonisti di una classe dirigente allergica al cambiamento, contribuiscano a rendere difficile la vita alle imprese siciliane, determinando ancora una volta, condizioni frenanti per lo sviluppo della nostra terra. Non possiamo che auspicare in un intervento immediato e risolutore del legislatore regionale.

Enna,  21/11/2006

 

   Massimo Greco
 

 

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