massimo greco

 

        Intervento al convegno URPS

 

 

 Il Convegno di oggi non poteva essere celebrato in un periodo più idoneo. Sul versante nazionale, si discute quotidianamente di riforme istituzionali e di devolution, mentre su quello regionale si apre il dibattito sulla finanziaria. Quale ruolo dare alle Province siciliane nel contesto della riforma costituzionale varata? Come lo statuto della Regione Siciliana può essere utilizzato per caratterizzare una vera “specialità” all’insegna, questa volta sì, dell’innovazione istituzionale? Queste sono le domande alle quali dobbiamo cercare di rispondere se vogliamo, concretamente, dare un serio contributo al dibattito in corso. Ebbene io ho più volte espresso il mio pensiero sul ruolo degli Enti Locali e della Provincia Regionale in particolare, ma questo Convegno mi consente di confrontarmi sulle mie posizioni. Ho sempre detto che bisogna attribuire un ruolo serio e funzionale alla Conferenza Regione-Autonomie Locali che, ancora oggi, viene convocata solo per discutere di trasferimenti finanziari. Ho sempre detto che è fondamentale per un approfondimento vero delle problematiche degli Enti Locali, istituire il previsto Consiglio Regionale. Ma in questa sede non voglio limitarmi a rivendicare competenze generali sul piano amministrativo agli Enti Locali visto che il quadro normativo è fin troppo chiaro, anche se in Sicilia sembriamo in un altro mondo, ma proporre qualcosa di veramente nuovo che caratterizzi l’autonomia Siciliana, ad esempio riconoscendo, competenza legislativa agli Enti Locali. Non sarebbe forse corretto, attuale ed innovativo pensare ad una rappresentanza degli Enti Locali in seno all’A.R.S.? O relativamente alle Province, cosa per cui siamo riuniti, siamo veramente convinti di sostenere l’esistenza delle Province Regionali perimetrate dagli attuali confini territoriali? O non sarebbe più logico, più adeguato e forse anche più istituzionale, pensare ad una Provincia Regionale che superi gli attuali confini di stampo prefettizio, sulla base di una omogeneità territoriale tra i Comuni limitrofi? Mi rendo conto che i tempi non sono maturi, soprattutto dalle nostre parti, ma nessuno mi può obbligare a questa forma di rassegnazione politica o peggio di reticenza. La nostra è una Regione che non va avanti se qualcuno non la spinge ed allora ognuno faccia la propria parte, dimostrando di avere le idee chiare, di essere a servizio della collettività e soprattutto, in questo grigio periodo, di prendersi le proprie responsabilità e di avere coraggio istituzionale. 

                                                                                                                                                                                         

3/11/2004  Massimo Greco
 

 

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