massimo greco

 

 

 

 

I costi della politica: l’inutilità di tanti assessori 

Fra le tante cose che si possono fare per ridurre i costi della politica vi è quella che prevede la riduzione degli assessori nelle giunte comunali e provinciali. Il legislatore, per la verità, già al tempo in cui varò l’elezione diretta del Sindaco, si pose il problema dell’assessore, considerandolo un semplice collaboratore da nominare su base fiduciaria. Una sorta di tecnico che avrebbe dovuto aiutare il sindaco, unico responsabile politico di fronte agli elettori che lo hanno suffragato direttamente. Ma dopo i primi anni di sperimentazione i partiti politici, ripresisi dopo le bordate di tangentopoli, hanno rimesso le mani nella gestione della cosa pubblica locale, designando assessori con chiare connotazioni partitiche e con altrettanto chiare deficienze professionali. Ciò nonostante, la figura dell’assessore è rimasta ingombrante e sconsiderata dalle normative che nel tempo si sono occupate di enti locali. Vi siete mai chiesti perché gli assessori non firmano nulla? Semplice, perché non hanno alcun motivo di esistere se non in forma collegiale (cioè sottoforma di giunta). L’assessore è infatti “stritolato” dal Dirigente, a cui la legge demanda la gestione amministrativa dell’Ente, e dal sindaco, che oltre ad avere la legittimazione politica, firma una serie di atti di esclusiva competenza monocratica. Nemmeno è ipotizzabile che il sindaco possa delegare proprie competenze all’assessore. L’istituto della delega era, infatti, presente nell’ordinamento locale prima della riforma della legge 142/90, che non lo ha mai disciplinato. In quel sistema, la delega era legittima, perché la legge la prevedeva espressamente. Nell’attuale ordinamento, deleghe del sindaco agli assessori appaiono del tutto difformi al sistema di assestamento delle competenze degli organi di governo locali, introdotto dalla legge 81/93 (in Sicilia L.r. n.7/92) e confluito nel Testo Unico. La legge 81/93 ha, infatti modificato in modo rilevante i ruoli ed i reciproci rapporti tra sindaco, giunta ed assessori. D’altra parte, all’abrogazione definitiva delle norme antecedenti alla legge 142/90 che ammettevano la delega tra organi di governo locale, non ha mai fatto seguito la reintroduzione del potere di delega. Anzi, nel disegno di legge che poi condusse alla legge 81/93 era stata inizialmente inserita la delega del sindaco all’assessore, per poi essere espunta. Pertanto, una riduzione, anche traumatica, del numero degli assessori, non solo non darebbe all’occhio, ma risulterebbe salutare per le casse pubbliche del nostro Paese.

 

 

Enna,  12/10/2007

 

   Massimo Greco
 

 

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