massimo greco

 

 

 

Una destra stanca al congresso regionale 

 

Si avvia a celebrare il primo congresso la destra siciliana di Gianfranco Fini, con l’elezione diretta del futuro Segretario regionale. Dopo tanti anni di polemiche, finalmente, Alleanza Nazionale decide di restituire alla base il potere di scegliere i propri vertici. Un partito federale per uno Stato federale, un Segretario direttamente eletto per una Regione Siciliana con un Governatore altrettanto direttamente eletto. Ma al congresso, previsto per il prossimo 1 luglio, i militanti di A.N. arrivano decisamente stanchi. Stanchi di essere comandati sempre dagli stessi colonnelli, che comandavano ai tempi del M.S.I. e che continuano a farlo ancora oggi nonostante l’anagrafe. Stanchi di essere ostaggio delle correnti, buone solo a prenotare e conservare i posti di parlamentare nelle circoscrizioni proporzionali. Stanchi di ripetere che l’anima della politica è il consenso e che è apolitico affidare le scelte a chi dimostra puntualmente di non avere abbastanza consenso. Stanchi di subire le umiliazioni del Presidente Cuffaro che, all’insegna di chissà quale tipo di riorganizzazione governativa, avoca a sé anche le deleghe assessoriali di A.N. Stanchi di essere considerati figli di un Dio minore all’interno della Casa delle Libertà, tanto da non avere più un solo Sindaco di comune capoluogo di provincia, né, tanto meno, un Presidente di Provincia. Stanchi di non riuscire a comprendere i criteri con cui vengono affidati gli incarichi di sotto-governo. Stanchi di vedere rassegnazione e disinteresse rispetto al fracasso provocato dalla porta sbattuta da Nello Musumeci. E’ questa la destra che si avvia al congresso, una destra debilitata, anemica, priva di emozioni, priva di personalità, che non riesce più ad alzare la mano neanche per dire “non si può celebrare un congresso in un solo giorno!!”. Già, un solo giorno per eleggere il nuovo segretario regionale, magari senza dibattito, magari senza candidature alternative a quella del Coordinatore uscente, magari senza discutere dei problemi dei militanti o dei siciliani, magari a porte chiuse e perché nò, magari senza farlo sapere a nessuno. Un congresso per un partito che ha timore di dire quello che pensa, quello che vuole e quello che non vuole. Un congresso per un partito masochista, che rifiuta con coscienza di affidare il timone ad una figura carismatica ed autorevole. Un congresso in cui è meglio non parlare di programmi e di linea politica, insomma, una sorta di congresso-sveltina per poi dimenticare tutto ed andare subito in vacanza, riparlandone chissà, forse a settembre. Del resto i panni sporchi si lavano in famiglia e noi di panni sporchi ne abbiamo decisamente tanti, ma di famiglia non ne sentiamo più parlare da tempo!       

 

   
Enna,  25/06/2007  Massimo Greco
 

 

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