Gianna Nannini traccia il futuro di Pergusa
Il ritornello della coesistenza tra il circuito
automobilistico e la Riserva Speciale di Pergusa poteva
avere senso nel colmare il vuoto informativo che
caratterizza i quotidiani locali nel periodo estivo. Finita
l’estate non possiamo più permetterci di perdere tempo
raccontandoci sempre le stesse cose. Così, relativamente
alla questione, è arrivato il momento di ipotizzare delle
scelte partendo dalla considerazione che: a) se gli
interessi internazionali delle lobby sportive in ambito
automobilistico hanno deciso di non fare gareggiare più la F.1
su circuiti blasonati come quello di Imola è difficile
pensare che Pergusa possa “rialzare la mano” per candidarsi
a manifestazioni di prestigio; b) se per l’installazione di
strutture precarie come i Box, a servizio del circuito
automobilistico, la giurisprudenza ha inequivocabilmente
sancito la non conformità con l’attuale regime vincolistico
della Riserva, è difficile pensare che, a parità di norme
vigenti, si possano ottenere gli adeguamenti al circuito
voluti dalle Federazioni sportive; c) se per la
realizzazione di tali adeguamenti necessita una spesa
presunta di 3 milioni di euro, è difficoltoso sostenere
l’esistenza di una ragionevole proporzione tra l’impegno
pubblico finanziario da assumere e gli obiettivi che con
tale impegno si intendono raggiungere. Quindi cancelliamo
l’autodromo e tutte le strutture presenti? Certamente no!
L’esistente è un patrimonio pubblico che va utilizzato e
reso produttivo, magari attraverso una riconversione delle
attività statutarie del Consorzio Ente Autodromo di Pergusa,
che evidentemente non potrà più, pena la propria esistenza,
finalizzare la propria politica di governo al solo
perseguimento della promozione sportiva automobilistica.
Quando un Ente Pubblico non ha più motivo di esistere va
sciolto, soprattutto in un periodo, come questo, in cui la
contrazione della spesa pubblica investe non solo i costi
della politica ma anche quelli prettamente istituzionali.
Pertanto l’Ente Autodromo di Pergusa deve urgentemente
riunire il proprio organo assembleare e rivedere gli scopi
statutari secondo un’ottica polivalente. Il dibattito sulle
potenzialità della conca pergusina e del suo circuito non
può certo esaurirsi nel ritornello auotodromo sì, autodromo
no, ed è stata proprio Gianni Nannini a dimostrarlo
recentemente, tracciandone inconsapevolmente il futuro. In
una sola mezza giornata, un concerto è stato capace di
portare sul circuito circa 7 mila visitatori. Ovvie le
ricadute economiche che hanno registrato tutti i ristoratori
di Pergusa, che per la prima volta hanno compreso che,
probabilmente, esistono anche eventi attrattivi di flussi
turistici alternativi a quelli tradizionali legati alle gare
automobilistiche. Quindi, rendiamo grazie a Gianna Nannini
che, aprendoci gli occhi, ci ha fatto capire quali sono le
attività su cui puntare per valorizzare un posto che tante
altre province ci invidiano. Ok ai concerti, ai festival,
alle mostre artigianali ed a tutte quelle attività
ricreative legate al tempo libero. Il lago c’è, il circuito
c’è, le strutture della tribuna ci sono, i ristoratori ci
sono, gli albergatori ci sono, e se ci crediamo arriveranno
anche idee e creatività.
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