massimo greco

 

 
 

 

Gianna Nannini traccia il futuro di Pergusa 

Il ritornello della coesistenza tra il circuito automobilistico e la Riserva Speciale di Pergusa poteva avere senso nel colmare il vuoto informativo che caratterizza i quotidiani locali nel periodo estivo. Finita l’estate non possiamo più permetterci di perdere tempo raccontandoci sempre le stesse cose. Così, relativamente alla questione, è arrivato il momento di ipotizzare delle scelte partendo dalla considerazione che: a) se gli interessi internazionali delle lobby sportive in ambito automobilistico hanno deciso di non fare gareggiare più la F.1 su circuiti blasonati come quello di Imola è difficile pensare che Pergusa possa “rialzare la mano” per candidarsi a manifestazioni di prestigio; b) se per l’installazione di strutture precarie come i Box, a servizio del circuito automobilistico, la giurisprudenza ha inequivocabilmente sancito la non conformità con l’attuale regime vincolistico della Riserva, è difficile pensare che, a parità di norme vigenti, si possano ottenere gli adeguamenti al circuito voluti dalle Federazioni sportive; c) se per la realizzazione di tali adeguamenti necessita una spesa presunta di 3 milioni di euro, è difficoltoso sostenere l’esistenza di una ragionevole proporzione tra l’impegno pubblico finanziario da assumere e gli obiettivi che con tale impegno si intendono raggiungere. Quindi cancelliamo l’autodromo e tutte le strutture presenti? Certamente no! L’esistente è un patrimonio pubblico che va utilizzato e reso produttivo, magari attraverso una riconversione delle attività statutarie del Consorzio Ente Autodromo di Pergusa, che evidentemente non potrà più, pena la propria esistenza, finalizzare la propria politica di governo al solo perseguimento della promozione sportiva automobilistica. Quando un Ente Pubblico non ha più motivo di esistere va sciolto, soprattutto in un periodo, come questo, in cui la contrazione della spesa pubblica investe non solo i costi della politica ma anche quelli prettamente istituzionali. Pertanto l’Ente Autodromo di Pergusa deve urgentemente riunire il proprio organo assembleare e rivedere gli scopi statutari secondo un’ottica polivalente. Il dibattito sulle potenzialità della conca pergusina e del suo circuito non può certo esaurirsi nel ritornello auotodromo sì, autodromo no, ed è stata proprio Gianni Nannini a dimostrarlo recentemente, tracciandone inconsapevolmente il futuro. In una sola mezza giornata, un concerto è stato capace di portare sul circuito circa 7 mila visitatori. Ovvie le ricadute economiche che hanno registrato tutti i ristoratori di Pergusa, che per la prima volta hanno compreso che, probabilmente, esistono anche eventi attrattivi di flussi turistici alternativi a quelli tradizionali legati alle gare automobilistiche. Quindi, rendiamo grazie a Gianna Nannini che, aprendoci gli occhi, ci ha fatto capire quali sono le attività su cui puntare per valorizzare un posto che tante altre province ci invidiano. Ok ai concerti, ai festival, alle mostre artigianali ed a tutte quelle attività ricreative legate al tempo libero. Il lago c’è, il circuito c’è, le strutture della tribuna ci sono, i ristoratori ci sono, gli albergatori ci sono, e se ci crediamo arriveranno anche idee e creatività. 

                                                                                                       

 
Enna  28/9/2006

 Massimo Greco