massimo greco

 

 

 

Oggetto: Applicazione art. 19 L.R. n° 30/2000

                   Interpellanza

 

 

 

                                                                                                                             Al Sig. Presidente della Provincia Reg.le

                                                                                                                                                            di E n n a            

                                                                                                                             Al Sig. Presidente del Consiglio prov.le

                                                                                                                                                            di E n n a            

 

 

 

 

                Nel prendere atto che il problema relativo all’oggetto, non è stato ancora risolto a differenza di tanti altri Enti Locali siciliani, con la presente il Sottoscritto intende sottolineare quanto segue:

Ø       Il 7° comma della legge in questione prevede che “i regolamenti degli enti possono prevedere che all’interessato competa, a richiesta, la trasformazione del gettone di presenza in una indennità di funzione, sempre che tale regime di indennità comporti per l’ente pari o minori oneri finanziari. Il regime di indennità di funzione per i consiglieri prevede l’applicazione di detrazioni dalle indennità in caso di non giustificata assenza degli organi collegiali”.

Ø       L’individuazione della misura minima delle indennità di funzione e dei gettoni di presenza è stata demandata al Regolamento emanato con il Decreto Presidenziale n° 19 del 18 ottobre 2001.

Ø       Con la legge 265/99, i cui contenuti sono confluiti nel Testo Unico, il legislatore ha voluto assegnare un nuovo e più pregnante ruolo al consiglio ed ai consiglieri e puntando decisamente sulla funzione del presidente del Consiglio, come garante di un consapevole adempimento del ruolo di consigliere, attraverso l’esercizio della funzione di assicurare un’adeguata e preventiva informazione ai gruppi consiliari ed ai singoli consiglieri sulle questioni sottoposte al consiglio. Funzione, questa, che presuppone una presenza dei consiglieri presso l’ente che non si esaurisce esclusivamente nella partecipazione alle sedute del consiglio o delle commissioni consiliari, ma che si estende alla partecipazione alle riunioni di gruppo come momento di partecipazione alla funzione politica, di elaborazione di proposte, di studio delle proposte presentate all’ordine del giorno o in corso di elaborazione, nonché alla partecipazione ad iniziative promosse dal Presidente del consiglio al fine di assicurare l’informazione preventiva, elemento fondamentale per consentire ai consiglieri di svolgere il proprio compito non solo con consapevolezza, ma, soprattutto, con continuità, presidiando, dunque, l’ente.

Ø       Essendo questa la ratio della riforma, il legislatore ha rimesso agli statuti la possibilità di consentire la trasformazione del gettone in indennità, trasformando la natura del compenso forfettizzato da risarcitoria in remuneratoria, in considerazione dell’ampiezza e della continuità delle funzioni svolte.

Ø       Se così è, come in effetti appare allora il computo degli oneri finanziari a carico dell’Ente non può essere meramente ragionieristico, come suggerisce altro avviso circolato in questi giorni.

Ø       Il computo deve essere necessariamente un altro, viceversa non ci sarebbe alcuna differenza tra indennità e gettone di presenza. L’Ente deve assicurare che col passaggio dal regime del gettone di presenza a quello dell’indennità non si sfori l’ammontare complessivo degli oneri finanziari sostenuti dall’ente mediante lo statuto, magari facendo riferimento all’ultimo anno e tenendo nel debito conto degli eventuali aumenti determinati dall’applicazione del DM 119/2000, per effetto dei quali occorrerebbe attualizzare l’ammontare delle spese ante applicazione del decreto al volume della spesa causato dall’applicazione del decreto.

Ø       Compiuta questa operazione, il passaggio dal regime del gettone a quello dell’indennità deve solamente assicurare che: a) non si sfori l’ammontare massimo della cifra stabilita; b) non si attribuisca al consigliere che opti per l’indennità un compenso superiore al terzo dell’indennità del Presidente della Provincia;

Ø       E’ ovvio che la forfetizzazione potrà comportare che un collega consigliere meno presente di altri alle sedute del consiglio e delle commissioni e negli altri momenti di funzionamento e svolgimento del proprio ruolo “guadagni” di più rispetto ad un altro consigliere più motivato, slegando completamente il confronto tra la quantità di sedute di un anno rispetto all’anno precedente, nonché tra le sedute preventivate e quelle effettivamente svolte. Questa elasticizzazione del singolo emolumento è conforme alla volontà del legislatore di remunerare il consigliere non per la mera presenza in consiglio e in commissione, ma per lo svolgimento della funzione.

Ø       D’altra parte la legge regionale citata prevede l’applicazione di detrazioni dell’indennità nel caso di assenza ingiustificata alle sedute degli organi collegiali. Così come è possibile prevedere (nel regolamento consiliare) ulteriori casi di detrazioni introducendo una disciplina di dettaglio più rigida, se tale disciplina è finalizzata a garantire la corretta applicazione del principio.

Ø       La Provincia. Dunque, ha nel regolamento di funzionamento del consiglio lo strumento per evitare che i consiglieri “pigri” optino per il regime dell’indennità al solo scopo di avere una “rendita”, nonché nel computo dell’onere annuo assestato, e conseguentemente nel bilancio, gli strumenti per il controllo contabile del volume complessivo della spesa, senza cadere in visioni ossessivamente restrittive, come quelle proposte dagli uffici, che si rivelano poco conformi all’intento del legislatore e che riducono l’indennità ad un modo diverso di attribuire pur sempre il gettone di presenza.

Tutto ciò premesso, con la presente si interpellano le SS.LL. per conoscere i motivi ostativi all’applicazione di detto dettato normativo.

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Il Consigliere Provinciale

Enna 19 Agosto 2003  Massimo Greco