massimo greco

 

    

 

 

Manager pubblici o super clienti? 

Uno dei temi scottanti della campagna elettorale riguarda la riduzione dei costi della politica e fra questi l'inserimento di adeguati correttivi di carattere programmatico per limitare la spesa pubblica ai vari livelli della pubblica amministrazione. Le ultime due finanziarie hanno avviato dei processi di contenimento progressivo dei costi attraverso la riduzione del numero degli amministratori nelle società partecipate e la riduzione delle indennità loro spettanti. E' già qualcosa, tuttavia le forze politiche potrebbero fare ancora di più se solo lo volessero. Basterebbe applicare seriamente i principi previsti dalle leggi vigenti, con particolare riferimento alla valenza manageriale che necessariamente deve essere sottesa ad ogni nomina. La nomina degli amministratori nelle società a partecipazione pubblica locale dovrebbe, infatti, essere una scelta di elevata valenza strategica per la configurazione di talune indispensabili condizioni virtuose di governance. Dovrebbe divenire consuetudine la nomina di amministratori pubblici non di nomina partitica – e sempre della maggioranza che è al potere, negando il diritto di rappresentanza al cittadino votante che vede le sue classi politiche rimanere all'opposizione – quanto, invece, di nomina bipartisan, perchè tecnica e perchè tali nominati sono rivolti al bene dell'impresa e non a quello del partito, infrangendo in tal modo il codice civile e inverando di fatto il mandato imperativo. Dovrebbe divenire consuetudine la nomina di amministratori pubblici e privati il cui curriculum sia discusso da un organismo tecnico bipartisan che sottoponga le nomine a una tale disamina da non lasciare dubbi sulle competenze. In provincia di Enna non avviene nulla di tutto questo, i manager vengono scelti non solo per pura appartenenza partitica, ma, ed è questo l'aspetto più grave, senza tenere conto di alcuna formazione ed esperienza professionale. Basta dare un'occhiata agli amministratori delle società a partecipazione pubblica “Enna-Euno” e “Sicilia-Ambiente”. Per non parlare delle designazioni, ai limiti del ridicolo, degli amministratori di parte pubblica nelle società miste pubblico-privato “Mutiservizi” e “Cesis”. Come si può pensare seriamente di ridurre i costi della politica a queste condizioni?

                                                                                                                                                                                        

11/4/2008  Massimo Greco
 

 

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