massimo greco

 

 

 

 

Scalfaro, Ciampi e Cossiga a Kore 

In tempi di competizione tra atenei per accaparrarsi docenti e studenti, l’azione di marketing è fondamentale. E su questo piano, Kore ha fin da subito dimostrato di avere le idee chiare. Non è poco ricevere la visita di tre Presidenti della Repubblica Italiana di cui due in piena carica, così come può avere coerentemente senso, l’attivazione di specifiche collaborazioni con personalità dello spettacolo o della televisione come Franco Battiato e Vittorio Sgarbi. Ma queste azioni estetizzanti bastano a rendere attraente e soprattutto funzionale l’università Kore di Enna? Certamente no, ma vediamo perché. In tema di formazione accademica il faro è oggi rappresentato dall’Agenda di Lisbona che ha, tra gli altri, l’obbiettivo ambizioso ed irrinunciabile di promuovere una società basata sulla conoscenza, in considerazione che sono cambiati i requisiti per lo sviluppo regionale. In passato, a determinare lo sviluppo era il vantaggio competitivo dato da un tessuto economico potenzialmente sviluppabile, oggi le regioni possono reggere alla sfida della delocalizzazione produttiva della globalizzazione solo valorizzando conoscenze, saperi e competenze. Se ne è parlato anche recentemente nella Repubblica Ceca, evidenziando il nuovo ruolo attribuito alle Università europee nell’ambito delle politiche di sviluppo. Se l’università ha anche questa fondamentale finalità, l’approccio di chi la dirige deve essere rivisto così come deve essere riconsiderato il modo d’insegnare e di imparare. L’interazione reale e profonda tra la società e l’università non è più un obiettivo procrastinabile, pena l’accumularsi di colposi ritardi che si ripercuoterebbero inevitabilmente sul grado di competitività regionale. Bisogna quindi velocemente attrezzare anche Kore per affrontare tali questioni a partire dalla valorizzazione della ricerca locale e, per usare una terminologia comunitaria, dalla “piattaforma tecnologica”. L’analisi comparata evidenzia come nel mondo si stiano affermando poli di crescita centrati su sistemi universitari non solo capaci di formare risorse umane adeguate ai nuovi bisogni sociali, ma anche di generare nuove basi produttive, strettamente legate alla ricerca di base. Silicon Valley è l’esempio più significativo, ma anche a Stoccolma, in Israele, a Taipei ed a Bancalore troviamo realtà di questo tipo. La convergenza università-territorio è del resto la chiave di tutta la nuova impostazione di politica produttiva dell’Unione Europea, che pone l’accento proprio sulla necessità di creare una nuova società della conoscenza a partire da una forte accelerazione nel tradurre la ricerca in innovazione, ma nel contempo contaminando il territorio dei risultati acquisiti, anche attraverso nuove forme di cooperazione tra mondo accademico ed autonomie locali.                                                                                                              

Enna,  3/11/2006

 

   Massimo Greco
 

 

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