massimo greco

 

 
 

 

Tutti per una, una per tutti

 La vittoria dell’Italia ai mondiali di calcio ci ha regalato un‘estate piena di emozioni, sfumata solo nel mese di agosto dagli eventi bellici in medio-oriente. Un’esperienza che ci ha dato tanto e che ci ha fatto sentire tutti italiani, senza distinzione di sesso, religione, opinione politica, ed appartenenza sociale. Un evento, quello sportivo a cui abbiamo assistito, in grado di configurare quel senso identitario e patriottico più volte auspicato nella storia d’Italia fin dalla sua unificazione. Qualcuno ebbe dire dopo aver fatto l’Italia che bisognava fare gli italiani. Credo che questa occasione, certamente più di quelle belliche in cui l’unanimità non si è mai raggiunta neanche in occasione dei numerosi funerali di Stato, ha dimostrato che l’Italia c’è e che, quando occorre, ci sono pure gli italiani. L’insegnamento che possiamo trarne è altamente pedagogico: l’identità collettiva di un popolo è l’unico ingrediente che può far grande un Paese. In tutti gli ambiti, da quello economico a quello culturale, la spinta che può subire una comunità che condivide gli stessi valori, può fare la differenza in un sistema come quello attuale in cui i territori sono sottoposti alla competizione regionale e globale. Le identità sono certamente nazionali, ma sono anche il frutto di tante piccole identità locali che animano quotidianamente l’agire dell’individuo nella società contemporanea. È bello sentirsi italiano, così come è anche bello sentirsi siciliano, così come è ancora più bello sentirsi ennese. Anche la piccola provincia di Enna può prendere spunto da questo contesto di sinergie basato sulla condivisione di principi per valorizzare la propria identità, magari partendo dal settore politico che in questi mesi si è caratterizzato particolarmente sul fronte della rappresentanza parlamentare. Avere ottenuto infatti, in questa fase, due parlamentari nazionali, quattro parlamentari regionali ed un componente del Governo siciliano è un fatto storico che non può passare inosservato. E soprattutto una classe dirigente, che si ritiene tale, non può non tentare di capitalizzare tale risultato chiedendo ai magnifici sette di sottoscrivere un patto per la provincia di Enna, in cui venga esaltata l’identità locale e venga promossa una strategia condivisa per lo sviluppo territoriale. Un patto quindi che, in tutta trasparenza e solennità, preservi le rispettive idee politiche che devono rimanere diverse ma che, nell’evidenziare le ragioni ed i valori identitari dello stare assieme, individua gli obiettivi strategici da promuovere per la provincia di Enna in cui far convergere le proprie azioni politiche di governo e di opposizione. Iniziare la fase autunnale con tale spirito potrebbe restituire fiducia ai tanti cittadini ennesi che da qualche tempo mostrano evidenti segni d’invidia nei confronti delle più fortunate province limitrofe nissene e catanesi.      

                                  

 
Enna  15/8/2006

 Massimo Greco