Tutti per una, una per tutti
La vittoria dell’Italia ai mondiali di calcio ci ha
regalato un‘estate piena di emozioni, sfumata solo nel mese
di agosto dagli eventi bellici in medio-oriente.
Un’esperienza che ci ha dato tanto e che ci ha fatto sentire
tutti italiani, senza distinzione di sesso, religione,
opinione politica, ed appartenenza sociale. Un evento,
quello sportivo a cui abbiamo assistito, in grado di
configurare quel senso identitario e patriottico più volte
auspicato nella storia d’Italia fin dalla sua unificazione.
Qualcuno ebbe dire dopo aver fatto l’Italia che bisognava
fare gli italiani. Credo che questa occasione, certamente
più di quelle belliche in cui l’unanimità non si è mai
raggiunta neanche in occasione dei numerosi funerali di
Stato, ha dimostrato che l’Italia c’è e che, quando occorre,
ci sono pure gli italiani. L’insegnamento che possiamo
trarne è altamente pedagogico: l’identità collettiva di un
popolo è l’unico ingrediente che può far grande un Paese. In
tutti gli ambiti, da quello economico a quello culturale, la
spinta che può subire una comunità che condivide gli stessi
valori, può fare la differenza in un sistema come quello
attuale in cui i territori sono sottoposti alla competizione
regionale e globale. Le identità sono certamente nazionali,
ma sono anche il frutto di tante piccole identità locali che
animano quotidianamente l’agire dell’individuo nella società
contemporanea. È bello sentirsi italiano, così come è anche
bello sentirsi siciliano, così come è ancora più bello
sentirsi ennese. Anche la piccola provincia di Enna può
prendere spunto da questo contesto di sinergie basato sulla
condivisione di principi per valorizzare la propria
identità, magari partendo dal settore politico che in questi
mesi si è caratterizzato particolarmente sul fronte della
rappresentanza parlamentare. Avere ottenuto infatti, in
questa fase, due parlamentari nazionali, quattro
parlamentari regionali ed un componente del Governo
siciliano è un fatto storico che non può passare
inosservato. E soprattutto una classe dirigente, che si
ritiene tale, non può non tentare di capitalizzare tale
risultato chiedendo ai magnifici sette di sottoscrivere un
patto per la provincia di Enna, in cui venga esaltata
l’identità locale e venga promossa una strategia condivisa
per lo sviluppo territoriale. Un patto quindi che, in tutta
trasparenza e solennità, preservi le rispettive idee
politiche che devono rimanere diverse ma che,
nell’evidenziare le ragioni ed i valori identitari dello
stare assieme, individua gli obiettivi strategici da
promuovere per la provincia di Enna in cui far convergere le
proprie azioni politiche di governo e di opposizione.
Iniziare la fase autunnale con tale spirito potrebbe
restituire fiducia ai tanti cittadini ennesi che da qualche
tempo mostrano evidenti segni d’invidia nei confronti delle
più fortunate province limitrofe nissene e catanesi.
|
|